NUOVO TEATRO DI FIESOLE, FIRENZE
IL RICORDO CHE SE NE HA (2020-2021)
Opera musicale in un atto di Carla Magnan e Carla Rebora
per attrice cantante, soprano, voce maschile recitante ed ensemble
Testo di Guido Barbieri
Drammaturgia di Mariza D’Anna e di Guido Barbieri
Tratto dai romanzi di Mariza D’Anna “Il ricordo che se ne ha” e ” La casa di Shara Band Ong. Tripoli” (Margana Edizioni)
con Clara Galante, attrice e cantante
Ana Spasic, soprano
Guido Barbieri, voce narrante
Paola Biondi & Debora Brunialti, duo pianistico
Paolo Fumagalli, viola
Edmondo Romano, fiati e percussioni
Regia e allestimento scenico di Maria Paola Viano
Nuovo Teatro di Fiesole, Firenze
19 dicembre 2022 ore 21
Una produzione dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, Teatro di Tradizione
La storia di “una bambina che andava per mare” siciliana di nascita che con i genitori abita a Tripoli. Il legame con quella terra, diventata la loro patria, è antico. Francesco, il suo bisnonno era stato il proprietario di una azienda agricola a cento chilometri dalla capitale, acquistata nella seconda metà degli anni Venti quando l’Italia fascista lanciò l’idea della Quarta sponda da colonizzare per dare lavoro agli italiani al di là del mare.
L’azienda agricola è la concretizzazione di un sogno, quello di un ricco imprenditore siciliano e del suo fattore veneto. Insieme riescono a trasformare un angolo sperduto di deserto in un luogo dell’anima. Sabbia che accoglie, nel tempo, distese di alberi di pistacchi, ulivi, mandorli e vigneti. Con dedizione scavano pozzi, spietrano speroni di deserto, edificano un baglio siciliano in terra d’Africa. Ma il racconto è anche un continuo rimando storico. Sono pagine crude, dal racconto del genocidio di massa, della deportazione di popolazioni ribelli della Cirenaica, fino al colpo di Stato operato dal capitano Muammmar Gheddafi. Uno stravolgimento che si traduce in frotte di coloni italiani che si imbarcano, forzatamente, per un viaggio di ritorno, definitivo. Esuli costretti a lasciare quella che è ormai la loro patria con “il ricordo che se ne ha”.
“Il ricordo che se ne ha”, in scena nella chiesa di San Nicola a Trapani, è uno spettacolo bellissimo. Un dono ricco di emozioni, nostalgia, bellissima malinconia. La regista Maria Paola Viano ha restituito ai testi di Mariza D’Anna editi da Margana da cui è tratta l’opera, una sensibilità capace di sorprendere le emozioni più recondite dello spettatore. Che vive insieme ai bravissimi protagonisti, il sogno e la tragedia dell’emigrazione italiana in Libia . Una struggente e condivisa nostalgia per l’infanzia, per un mondo lontanissimo eppure così vicino. Un’opera moderna impreziosita dalle musiche di Carla Magnan e Carla Rebora eseguite magistralmente da Paola Biondi e Debora Brunialti, Paolo Fumagalli, Edmondo Romano, con la voce di Ana Spasic, e la straordinaria interpretazione di Simona Fasano. I testi narrati da Guido Barbieri che insieme a Mariza D’Anna ha curato la drammaturgia sono poi un colpo dritto al cuore, con le immagini che dietro condannano e assolvono tutti. La produzione è del Luglio musicale trapanese”
Giacomo Pilati
“La memoria, i ricordi, sono materia affascinante, in parte misteriosa, in cui l’aspetto psichico-cerebrale costituisce sicuramente la parte predominante, ma alla quale – come suggerisce l’esperienza di ognuno – contribuiscono in modo determinate anche gli odori, i sapori, le emozioni e… la Musica: quante volte ci è capitato di sentire riaffiorare, prepotentemente o delicatamente, ricordi sepolti semplicemente perché una canzone o un brano musicale li riportava a galla? Forse, allora, la Musica è oltre che linguaggio universale, anche catalizzatore di memoria, in quanto capace di mediare le percezioni emozionali e quelle psichiche con una precisione sorprendente, rendendo le immagini ingiallite dal tempo nuovamente nitide, brillanti e suscettibili, quindi, di essere nuovamente narrate, trasmesse e, in definitiva, sottratte all’oblio.
Sotto questo aspetto, quindi, la Musica può essere determinante nel rendere efficace non solo il racconto di storie ma, anche, il racconto della Storia, di quegli eventi che costituiscono la magistra vitae che spesso rischia di restare inascoltata per difetto di comunicazione.
Ecco perché reputo che un’opera da camera come “Il ricordo che se ne ha” costituisca uno strumento di eccezionale valore educativo, non solo per il tema trattato, ma anche per il metodo adottato nel fornire i dati storici. Da qui, la scelta di presentare lo spettacolo sia in fascia serale che in fascia antimeridiana, così da dedicare una parte delle recite alle giovani scolaresche che rappresentano il pubblico futuro del Teatro musicale e il futuro civile del nostro Paese.”
Il direttore artistico dell’Ente, Walter Roccaro
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