Legere flores di Carla Magnan rivela il lavorio di equilibrio dialettico tra materia e figura, che ha costituito l’orientamento prevalente – almeno in Italia – nella generazione dei nati nei decenni intorno al 1960, con un accento speciale (almeno negli ultimi decenni) proprio nel recupero più cospicuo dell’asse materico; organismi sonori vengono plasmati in un respiro ciclico del tempo e della materia, con una notevole capacità – grazie a un adeguato arsenale d’emissioni – di muovere le gradazioni di trasparenza e di (dis)integrazione del flusso strumentale.
Alessandro Mastropietro, il Giornale della Musica
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