Corto d’opera di Carla Magnan e Carla Roberta per soprano, tenore e orchestra da camera
Publisher Rai Trade Edizioni Musicali, Roma, Milano
Text Carla Magnan and Carla Rebora, based on the novel “Il copista” by Marco Santagata, ed. Sellerio
Premiere 26.09.2009 Roma (Italy), Auditorium Parco della musica, Sala G. Petrassi Piccola orchestra ‘900, direttore Simone Veccia, Carlo Putelli (tenore) e Anna Catarci (soprano)
Category Opera
Year Composed 2009
Duration 25’
Language Italian
Soloist sopran and tenor
Orchestration chamber orchestra: flauto and ottavino, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e percussioni (triangolo, piatto sospeso medio, piatto sospeso piccolo, tamtam, tamburello, snare drum, bass drum, temple block, raganella, vibrafono)
Programma note L’idea del corto d’opera nasce dalla lettura del libro “Il copista”, di Marco Santagata (ed. Sellerio). Un Petrarca ormai vecchio, livido e ipocondriaco si racconta senza schermi, attraverso gli scritti e i versi famosi, immergendoci in un paesaggio dalla luce livida e sincera. Una giornata nella vecchiaia del poeta laureato, ritratto mentre compone un’opera da cui traluce un’immagine di distacco e serenità, mentre in realtà è assediato dai ricordi, esasperato da una sensualità malsana, roso da un dolore egocentrico per le perdite più importanti della sua vita. L’opera si avvale del racconto di Santagata, opportunamente tagliato ma assolutamente ossequiato nella scrittura, la quale offre una nuova dimensione di conoscenza del poeta e dell’uomo. Gli strumentisti, il soprano e il tenore raccontano, con lui sulla scena, dei suoi successi, delle sue ossessionie delle meschinità. La schizofrenia di Petrarca, suggerita dall’autore del romanzo, si traduce nella partitura con la scelta di una mappa estetico-formale basata su due linee principali, una grottesca e una lirica. L’intervento musicale muove da questo duplice piano di lettura prevedendo un gioco compositivo dove lepersonalità musicali vengono abbinate e scambiate nei momenti più significativi del racconto. L’elemento di coesione del lavoro viene creato dalla rielaborazione di alcuni frammenti del Madrigale “Crudele acerba” di Luca Marenzio (Madrigali, libro IX, n.12, su testo di Francesco Petrarca) che compaiono tra le scene come una sorta di refrain, riconoscibili nel finale della scena terza. Il soprano, nel doppio ruolo di Petrarca (l’uomo e il poeta) e di Laura (la donna e la poesia), racconta e ricorda la famosa musa che mai nessuno ha conosciuto…
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